TUTELA DELLA PROFESSIONALITA'

Thinking propone la tutela legale dei propri iscritti verso committenti e datori di lavori, e l’abbattimento della disparità nell’esercizio della professione in relazione al riconoscimento delle competenze.

Una corretta rappresentanza della professionalità dell’ingegnere, in tutte le sue forme, è da ricercare attraverso due canali: da una parte con un accesso più agevole agli strumenti deputati alla tutela dell’esercizio della professione, dall’altra in una incisiva azione di riconoscimento formale delle competenze.

A tutela della professione, l’Ordine può mettere in campo molteplici azioni, molte potranno essere introdotte dalla fase di “ascolto” delle esigenze che la piattaforma può abilitare per tutti gli iscritti, sia per gli ingegneri liberi professionisti (finora a oggi con i ruoli più attivi all’interno dell’Ordine), sia per gli ingegneri dipendenti (segmento, in parte inascoltato, che rappresenta nel panorama della Provincia di Roma oltre il 75 % degli iscritti). Ne proviamo ad elencare alcune che riteniamo prioritarie:

  • salvaguardia dell’ingegnere dipendente circa la congruenza della posizione di responsabilità ed inquadramento contrattuale o alla copertura assicurativa nello svolgimento del proprio lavoro;
  • supporto all’ingegnere libero professionista nel recupero crediti attraverso assistenza legale per ritardi o mancati pagamenti da parte di committenti (pubblici e privati) e nel caso di fallimenti con prestazioni non corrisposte, o ancora nell’informazione e costante aggiornamento su eventuali bandi o fondi messi a disposizione dagli enti al quale il professionista può accedere;
  • stesura di linee guida per l’inquadramento dell’ingegnere dipendente all’interno delle società/aziende (sia pubbliche che private), con l’obiettivo di dare vita a un contratto nazionale del lavoro per gli ingegneri;
  • Azione, di concerto con le Istituzioni, per sanare la distorsione in base alla quale nelle aziende pubbliche determinati incarichi sono subordinati al titolo di studio, mentre nelle aziende private questo principio è spesso disatteso, al punto che ruoli e responsabilità tecniche vengono affidati a risorse con formazione non tecnica;
  • Coinvolgimento dell’Ordine come partner professionale degli ingegneri dipendenti coadiuvato da un’assistenza legale/amministrativa, per intervenire nelle sedi opportune a tutela nei casi in cui, anche a fronte della stabilità del posto di lavoro e della certezza retributiva, emerga una forte insoddisfazione per l’occupazione svolta (per i bassi livelli di remunerazione, per le scarse prospettive di carriera e per i contenuti professionali considerati troppo poco gratificanti);
  • Attivazione di un canale diretto con i Tribunali di Roma e Provincia al fine di tutelare i colleghi che svolgono l’attività di consulenti tecnici, sia d’ufficio che di parte, riducendo i tempi di attesa nella liquidazione delle parcelle e perseguendo con ogni mezzo l’aggiornamento degli onorari professionali ad oggi in vigore.

Nel riconoscimento formale delle competenze, riteniamo si debba intervenire con urgenza rispetto ad evidenti disparità che molti colleghi subiscono quotidianamente nell’esercizio della propria professione.

Nonostante sia stato più volte chiarito in sede giurisprudenziale (sentenze del TAR e C.d.S, Quarta Sezione, sentenza n.686 del 2012) che il DPR 328/2001, art. 46, ha il solo scopo di procedere ad una ripartizione tra sezioni (A e B dell’albo) e settori dell’ingegneria (Civile Ambientale, Industriale, Informazione), individuando le attività  maggiormente caratterizzanti la professione, resta infatti immutato il quadro complessivo delle attività esercitabili nell’ambito della professione (R. D. del 23 Ottobre 1925, n°2537).

Fermo restando l’auspicata raccolta di ulteriori esigenze attraverso la piattaforma, il nostro impegno sarà innanzitutto orientato ad un intervento dell’Ordine in merito alle seguenti tematiche:

  • ad oggi molti degli iscritti, in particolar modo i colleghi appartenenti al settore dell’informazione, vengono limitati nell’esercizio delle proprie attività. Si ritiene necessario affrontare tale carenza conoscitiva per giusta e necessaria conoscenza della materia nei confronti dell’etica professionale, fermo restando il controllo disciplinare per abusi intesi come prese di incarico su materie in cui non si è adeguatamente preparati.
  • i colleghi iscritti nella Sezione B dell’Albo utilizzano attualmente un timbro diversificato nella pratica della propria professione, circostanza che sottintende un atteggiamento discriminante e dannoso sia dal punto di vista economico che di immagine nei confronti della propria clientela e in generale nella rappresentanza della propria professionalità. Essendo l’Ordine unico per entrambe le sezioni, si ritiene che anche il timbro debba essere unico, con le competenze professionali individuabili dalla matricola e dalla lettera che la precede. Peraltro, è il caso di ricordare come l’Ordine di Roma sia stato il primo nel 2007 ad eguagliare la forma del timbro (a seguito di tale decisione anche altri Ordini d’Italia si indirizzarono in tal senso), provvedimento annullato dall’attuale Consiglio dell’Ordine, decidendo di ripristinare la discriminazione tra le due sezioni annullando l’integrazione tra gli iscritti.
  • Numerose sono le spinte provenienti da altre organizzazioni professionali in relazione all’acquisizione automatica di competenze già acquisite dai colleghi della Sezione B. Occorre pertanto favorire l’azione che il CNI, con l’appoggio di gran parte degli altri Ordini Provinciali d’Italia, sta portando avanti per una più corretta applicazione di quanto previsto dal DPR 328/2001, favorendo anche l’up-grade formativo che tenga conto anche dell’esperienza professionale acquisita.