
Come ripenserei il nostro Ordine?
Innanzi tutto come una piattaforma di contenuti e di relazioni, che sfrutti tutti gli strumenti della Trasformazione Digitale, e che sia “a portata di mano”.
Una piattaforma digitale sempre accessibile, attraverso una app dallo direttamente dallo smartphone, o tramite un sito web fruibile con canali sensoriali per utenti con disabilità visiva o uditiva, e non condizionata dalle limitazioni imposte dal distanziamento sociale, dalla presenza fisica in sede negli orari di apertura degli uffici.
Una piattaforma digitale sempre connessa, indipendente dalla nostra presenza fisica, che conduca l’Ordine verso i propri iscritti (notificando automaticamente, ad esempio, gli eventi di nostro interesse) e gli iscritti verso l’Ordine (per accedere con continuità a servizi, commissioni, formazione, assistenza), ma anche degli iscritti verso gli iscritti (e qui forse l’aspetto più innovativo).
Penso ad esempio a quante volte avrei voluto condividere esperienze o promuovere confronti che coinvolgessero competenze trasversali, o contattare professionalità al di fuori dalla cerchia dei miei contatti diretti per iniziative di comune interesse (come collaborazioni, formazione, raggruppamenti).
Tutto questo secondo me rappresenta la piattaforma in cui far evolvere l’Ordine, non è solo tecnologia, ma qualcosa di più: è la visione con la quale abilitare, attraverso il “digitale”, l’innovazione del nostro Ordine in un qualcosa di accessibile, inclusivo, trasparente e utile.
Un Ordine ripensato come una app, una piattaforma digitale che si alimenti della partecipazione attiva e diffusa degli iscritti, e che restituisca un valore per tutti noi, ecco è questo l’Ordine che vorrei!